Cinquantatre anni e sentirsene venti di meno. A chi non piacerebbe? La cosa curiosa è che la giovinezza non misura solo la vita delle persone, ma anche delle imprese in generale dei cantieri navali in particolare. Il riferimento è a Magnum Marine, uno dei marchi più conosciuti e apprezzati nella nautica da diporto. Un brand americano che anche in Riviera ha fatto storia e, soprattutto, stile.
Ciò che rende il successo di Magnum un “unicum” è l’identità di un cantiere che ha seguito una strada poco battuta da tutti i grandi marchi di successo: non è la dimensione della società, dato che è molto piccola, ad averne decretato la celebrità. Non è la quantità di barche che sono state costruite, poiché sono relativamente poche. Non è neanche l’investimento pubblicitario, considerato che Magnum Marine spende poco o nulla in pubblicità.
Allora… Come è stato possibile? La risposta è personalizzazione, ossia flessibilità estrama alle richieste dei clienti e ricerca quasi maniacale della perfezione. “Molti sono stati i tentativi, di imitazione – spiega Katrin Theodoli, presidente di Magnum, nell’ultimo Anniversary Book uscito nel 2011 – Pochi ci sono riusciti”. E nessuno, forse, è arrivato ancora a toccare queste vette.
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